Se studiare vi porta ansia forse non avete il giusto metodo di studio. Lo psicologo può essere utile anche in questi casi. Se a tutti è successo di aver paura di un esame o di un compito in classe, ma ci sono situazioni in cui questa paura assume un significato più profondo.

Come si manifesta?

Somatizzazioni. Avete mai sentito parlare di colon irritabile? È molto frequente fra gli studenti universitari. Chi ne soffre praticamente non può allontanarsi dal bagno perché ci deve andare di frequente, e guarda caso solo nel giorno dell’esame! Ad altri succede che si manifesti sotto forma di vomito, mentre c’è chi sente crampi e dolori durante la notte, in alcuni casi si sviluppa una sudorazione eccessiva nelle ore di lezione o durante una verifica.

Blocco da studio. A volte ci si sente talmente poco idonei al compito che si ha davanti da non provare nemmeno a svolgerlo. Pensieri di inadeguatezza affollano la mente dello studente che non si sente all’altezza, con la conseguenza di rimandare il compito sino a non essere oggettivamente in grado di rispettare la scadenza, generando una frustrazione addirittura maggiore e un vero e proprio blocco in cui ci si sente intrappolati come in circolo vizioso.

Rifiuto totale di studiare. A molti ragazzi capita di non voler nemmeno tentare di studiare, si abbandonano gli studi universitari o la scuola perché non si vede un legame fra le nozioni e la vita reale. Tutto quello che c’è fuori dalla classe sembra molto più interessante e pratico delle astrattezza di un poeta latino o di una formula di algebra.

Ragioni

Le ragioni del manifestarsi di questa ansia da studente possono essere molteplici. Ma fra le cause più comuni ci sono:

1.Si ha molta voglia di far bene e si pretende troppo da se stessi

Quando si ama molto quello che si fa, lo studio di quella materia diventa una sorta di ossessione, non si riesce a mangiare, dormire, stare bene in salute se non si assolve quel compito. Provate a fermare un appassionato di arte, di medicina o di ingegneria prima di un esame? Vi risponderà che non sa niente della materia, ed è il tipico studente ansioso che torna dall’esame con 30 e lode, dal compito in classe con 8, ma che vive malissimo le giornate se non i mesi che precedono la prova.

2. Si tende ad attribuire alle nozioni un valore sovradimensionato

“Se non so a memoria e perfettamente tutti i verbi che mi ha dato da studiare il prof. di inglese di sicuro mi bocciano…” è il classico esempio di quando si sopravvaluta una nozione senza conoscerne la reale importanza. Molto frequente è l’idea che qualcosa sia vitale, mentre potrebbe non essere né tanto importante né tanto urgente conoscerla.

3. Si studia una materia per le ragioni sbagliate

Moltissimi studenti soprattutto quando si tratta della scelta della scuola superiore o dell’università sentono forte l’influenza genitoriale, cosa che può generare frustrazione e pentimento. Quante volte avete sentito dire ad uno studente di biologia “da bambino volevo fare l’archeologo come Indiana Jones” o quante volte si sente pronunciare la frase “volevo studiare x ma i miei genitori mi hanno convinto a fare y e adesso non riesco a passare l’esame…” . Queste situazioni sono comunissime e generano molta più ansia di quella che ci si potrebbe aspettare.

Quando si sente l’ansia avanzare davanti a un libro, cosa consiglia di fare il nostro psicologo Matteo Monego?

L’ansia si manifesta spesso di fronte a situazioni in cui si ha la sensazione di non avere il pieno controllo.

Si prova ansia prima di un’interrogazione o di un esame perché siamo consapevoli che il buon esito dipenderà non solo da noi ma anche dalla “fortuna” delle domande del docente: più si è preparati e più riusciamo a rimanere tranquilli perché riduciamo gli argomenti che non sappiamo.

Quando sentiamo ansia di fronte ad un libro, una buona pratica è quella di “spezzettare” il lavoro da fare in parti più o meno piccole. Se vado in ansia di fronte a 5 volumi di diritto da studiare, potrebbe aiutarmi suddividere il programma in obiettivi più ridotti. La mente si concentrerà su traguardi più ridotti e la persona si sentirà più sicura e appagata dagli obiettivi raggiunti.

Un altro consiglio potrebbe essere anche quello di suddividere il volume di studio tra i giorni dedicati alla preparazione, ripasso compreso. Rispettando i tempi previsti mi sentirò gratificato e questa diventerà un’ulteriore spinta a continuare lo studio e relative fatiche.

È fondamentale evitare che si instauri quel senso di inadeguatezza che potrebbe rendere difficoltoso l’apprendimento portando fino al blocco e al rifiuto di superare gli ostacoli. Studiare è a tutti gli effetti un lavoro e come tale fonte d’ansia: non bisogna mai dimenticarlo.