Per la Giornata Mondiale del Risparmio gli esperti ci spiegano in che modo contrastare la sindrome del risparmiatore e come una corretta amministrazione di entrate e uscite giovi al nostro benessere

Sindrome del risparmio, quando l’eccesso di austerità diventa patologico

I benefici del risparmio sono innegabili, proprio come lo sono gli effetti nocivi di un’oculatezza portata agli estremi. «Questo stato, definito iperopia o sindrome del risparmio, non permette di godere del presente perché troppo preoccupati dal futuro. Ci si trova così a vivere un presente di ristrettezze e rinunce continue, dettate dalla paura spesso infondata di non avere i mezzi sufficienti per affrontare possibili situazioni di difficoltà economiche», spiega Matteo Monego, dottore e collaboratore di GuidaPsicologi.it.

Un comportamento che porta una persona a privarsi praticamente di tutte quelle cose che considera superflue, come se vivesse in perenne ansia rispetto a un futuro incerto. «Un atteggiamento ossessivo, che comporta spesso sentimenti di ansia, umore e depressione. Chi soffre di questa sindrome assume una forma di privazione totale rispetto a quelle che possono essere considerate delle spese extra. Mentre la persona oculata attua semplicemente una forma di risparmio in ogni ambito, compreso quello legato alle spese quotidiane, chi soffre di questa sindrome tende a non concedersi mai una spesa, seppur superflua, come ad esempio un viaggio o un divertimento, in grado ogni tanto di assicurarci di un benessere momentaneo», continua Matteo Monego.

La sindrome del risparmio e il rimorso del consumatore

Passando da un estremo all’altro, dalla sindrome dello shopping compulsivo a quella del risparmio, gli individui sono spesso accomunati dal cosiddetto «rimorso del consumatore» quando affrontano una spesa impulsiva e realmente poco utile. Secondo gli psicologi Ran Kivetz della Columbia University e Anat Keinan di Harvard, queste spese impulsive creano solamente un malessere passeggero. «La gente si sente colpevole nel confessare una predisposizione all’edonismo, ma via via che il tempo passa il senso di colpa scema. E a un certo punto accade il contrario: in pratica, ci si lamenta per i piaceri persi», dice l’autore della ricerca Kivetz.

Sindrome del risparmio, come si cura

«Non siate troppo duri con voi stessi. Certo occorre essere responsabili e continuare a tutelare il risparmio, ma è stato un inverno deprimente, e non c’è nulla di sbagliato nell’essere un po’ indulgenti con sé stessi – continua Monego – Come in ogni cosa, l’equilibrio sta nel mezzo. Privarsi di tutto in modo irrazionale non genera certo felicità, perché ci si trova immersi in uno stato di continua proiezione futura, dimenticandosi che il tempo che si vive è il presente e anch’esso va coltivato. Tra iperopia e shopping compulsivo esiste un punto medio che è bene perseguire, imparando a godere del presente in modo autentico, ascoltando i propri bisogni, con uno sguardo al futuro».

Come gestire bene entrate e uscite

Gli esperti di Guidapsicologi.it ci spiegano in che modo una corretta amministrazione di entrate e uscite giovi al nostro benessere psicologico, e non solo al nostro conto corrente.

1. Farsi dei regali / fare dei regali

A chi non piace farsi dei regali o avere la possibilità di fare un regalo sapendo che una persona cara ne sarà felice? Che si tratti di un viaggio, di un libro, oppure di quel vestito che ogni giorno ammicca dalla vetrina, quello che conta non è il costo, bensì cosa rappresenta.

2. Non vivere situazioni d’ansia al pensiero di una spesa imprevista

Si rompe la macchina, bisogna cambiare la caldaia, o si riceve il tanto temuto preventivo del dentista. Se non si gioca d’anticipo e ogni mese si cerca di mettere via qualcosa, queste spese verranno vissute come delle vere e proprie ondate di miseria rispetto all’economia quotidiana. Se invece si hanno dei risparmi a disposizione per le emergenze, si proverà anche una certa soddisfazione.

3. Imparare che cosa è importante e cosa no, il valore delle piccole cose

Spesso si spendono soldi per acquistare oggetti inutili, che non ci interessano, convinti che ci faranno felici. Queste micro spese, invece, intaccano poco a poco il nostro conto corrente. Il bisogno continuo di oggetti materiali va arginato, perché solo così ci si renderà conto del valore delle piccole cose.

4. Sviluppare un pensiero autonomo rispetto al consumismo

Non tutto quello che la pubblicità e i brand sponsorizzano come imprescindibile per essere alla moda, felici, accettati, lo è davvero. In molti casi siamo vittime di desideri non nostri. Imparare a distinguere cosa ci interessa e non correre dietro ai trend del momento ci porterà non solo a risparmiare, ma anche ad essere più felici.

5. Non fare acquisti compulsivi, imparare a controllarsi genera soddisfazione

La maggior parte delle persone è facilmente vittima di acquisti compulsivi, non a caso il percorso delle casse di negozi e supermercati è disseminato di piccoli oggetti apparentemente imprescindibili da mettere nel carrello senza pensarci troppo: pile, burrocacao, calzini, caramelle, auricolari… Resistere a queste tentazioni genera una grande soddisfazione.

6. Tranquillità futura. Non si è giovani per sempre

Non si può basare la propria vita su straordinari o su lavori extra per soddisfare i propri bisogni. Imparare a gestire ciò che si ha e mettere da parte le entrate extra permette di avere un fondo per quando ce ne sarà bisogno, magari facendo investimenti che si trasformano in una pensione per il futuro.

7. Imparare a prescindere dal superfluo. Ordine e risparmio, i metodi orientali

Dal Giappone sono approdati tra noi due metodi fondamentali per mantenere l’ordine tra le mura di casa (Kondo) e per controllare l’economia domestica (kakebo). Entrambi, oltre ai benefici materiali di risparmio e ordine, inneggiano ai benefici psicologici che queste due tecniche sono in grado di trasmettere.