Succede a moltissimi, la paura di volare è una delle più comuni fobie dei giorni nostri. Sebbene le statistiche dicano che sia il mezzo più sicuro e sebbene sia molto più frequente avere un incidente d’auto che uno in volo, per molti la paura di volare rimane un problema e controllare una fobia che per sua stessa natura è irrazionale non è facile. La paura di volare può essere innata o derivante da un trauma. Ma a cosa pensa chi ha paura di volare?

Varie possono essere le ragioni per cui una persona ha terrore di salire su un aereo. Il principale motivo di paura è generato dal fatto che si tratta di un mezzo da cui è impossibile scendere. Se si avverte paura o disagio o ci si rende conto che esiste un problema è impossibile tirare solo un freno, insomma non si ha alcun controllo.

Chi soffre di claustrofobia ovviamente non gradisce stare dentro un mezzo chiuso, attaccato a cinture di sicurezza e impossibilitato a muoversi per gran parte del viaggio. A volte si ha paura solo al pensiero, non solo nel momento stesso.

Paura della paura stessa. Si sa che si avrà paura sul volo e si inizia a sudare e sentire forte malessere fisico come tremori e palpitazioni. Si ha tanta paura di morire di paura che il malessere diventa tanto forte da paralizzare chi letteralmente la persona.

Un altro è il caso di chi invece ha vissuto un’esperienza traumatica, un brutto volo o addirittura un incidente o un atterraggio d’emergenza. Per queste persone l’evento temuto si è già verificato, i sensi sono all’erta e come qualunque essere vivente che percepisce paura per la sua vita il livello di attenzione è altissimo, tanto da percepire come pericoloso ogni piccolo movimento, come successo a questa testimone che ha preferito rimanere anonima:

“Ero su un volo che da Milano viaggiava verso Catania e c’era un forte vento. Non dimenticherò mai quel giorno, era il compleanno di mio marito eppure io testarda ero voluta partire lo stesso per andare a trovare mio nonno che compiva 90 anni anche se lui mi aveva pregato di non viaggiare perché avevo la febbre alta. Io spavalda gli avevo detto “prova a fermarmi!” ed ero uscita dalla porta come sempre con la mia solita irrequietezza. Viaggiavo da una vita, nel mese precedente a quel viaggio avevo rimpallato fra Parigi, Barcellona, Bologna e Palma di Mallorca come una trottola per vedere amici e parenti durante le vacanze. Catania era solo l’ultima tappa di un mese di viaggi, ma quella sera il vento era molto forte, gli altri voli erano stati dirottati su Palermo mentre il nostro aveva deciso di atterrare. Ricordo perfettamente quei dieci minuti, l’aereo scosso dal vento, il traballare e l’unica cosa che riuscivo a pensare era, “dovevo dare retta a mio marito, adesso muoio, perché sono sempre così testarda? Ti prego Dio non farmi morire proprio il giorno del suo compleanno, fammi rivedere mio marito” la testa girava per la pressione che scendeva, il sudore era freddo e l’uomo accanto a me mi teneva la mano e mi diceva di aver coraggio, mentre molte donne e bambini urlavano, io riuscivo solo a pregare. Sono passati 5 mesi e ancora non sono salita su un volo e non ne ho intenzione”.

Per coloro che hanno una paura innata o per chi invece ha vissuto un’esperienza traumatica, qual è la terapia possibile? Cosa può fare lo psicologo per aiutarci a vincere la paura di volare? Ci risponde il nostro Dott. Matteo Monego.

La paura di volare è una forma d’ansia e come tale ha un significato adattivo: sperimentare ansia attiva il nostro organismo da più punti di vista e ci allerta di fronte ad una situazione sconosciuta e ci prepara a reagire. Purtroppo nelle fobie il livello d’ansia è troppo elevato e l’effetto che produce è quello di farci perdere lucidità. È ciò che succede ad una persona che ha paura dell’aereo: prima di salire è razionalmente consapevole che l’aereo è considerato il mezzo più sicuro per viaggiare, ma appena il mezzo si muove ecco arrivare l’ansia e la conseguente perdita di razionalità.

Indipendentemente dalle motivazioni che posso portare una persona ad essere aerofobico (aerofobia è il termine tecnico per indicare la paura di volare), i sintomi sono più o meno gli stessi: senso di oppressione, vertigini, disturbi alla vista, tremori, paura di morire o d’impazzire, tachicardia, difficoltà a respirare.

Come aiutare soggetti con fobie di questo tipo?

Innanzitutto è utile ricordare che la paura di volare colpisce oltre il 50% delle persone che usano l’aereo come mezzo di trasporto: una percentuale così alta è dovuta probabilmente al fatto che muoversi attraverso l’aria è per l’uomo qualcosa di innaturale, che percepisce come al di fuori del proprio controllo.

Fermo restando che esistono diversi modi per aiutare questi soggetti, che vanno da terapie cognitivo-comportamentali a corsi di gruppo dedicati (e che prevedono anche dei voli di prova), credo che ogni persona debba decidere come farsi aiutare anche in base all’intensità della propria paura e alle cause che possono determinarla.

Se la paura di volare è solo una delle fobie del soggetto o se viene percepita come la punta dell’iceberg di altre insicurezze, allora è probabilmente più indicato un percorso di psicoterapia.

Viceversa, se tale fobia viene vissuta come l’unico aspetto problematico, allora è preferibile un percorso incentrato sul volo.

In generale è possibile fornire alcuni consigli utili a ridurre il livello d’ansia e ad evitare che possa portare a veri e propri attacchi di panico, molto più difficili da gestire.

  • INFORMAZIONI: in molti soggetti la paura di volare è legata anche ad una mancanza di informazioni legate alla dinamica del volo e alla relativa sicurezza. Parlare con un pilota, ad esempio, ci aiuterebbe a capire perché l’aereo è considerato il mezzo più sicuro per volare. Se questo non fosse possibile, parlare con l’equipaggio ed esprimere le proprie paure avrebbe l’effetto di tranquillizzarci. L’equipaggio è formato anche per interagire e tranquillizzare i passeggeri in ansia e preoccupati dalle varie fasi che caratterizzano un volo.
  • CONCENTRARSI SU ALTRO: una volta saliti sull’aereo è un buon consiglio quello di spostare l’attenzione su qualcosa d’altro. Immergersi in un libro, ascoltare della buona musica, farsi “rapire” da un videogioco, sono alcuni dei modi che possono aiutare il nostro cervello a non concentrarsi su ogni minimo dettaglio che ci potrebbe inquietare.
  • EVITARE BEVANDE ECCITANTI: prima di un volo sarebbe meglio astenersi dal bere bevande dal contenuto eccitante (caffè e tè) per evitare di alzare il livello d’ansia. Meglio bere bevande neutre (acqua) e/o bevande leggermente calmanti (camomilla).
  • CONTROLLARE IL TRAFFICO AEREO: esistono siti web in cui è possibile osservare la quantità di voli presenti contemporaneamente in un dato momento. Ogni anno nel mondo decollano circa 15 milioni di aerei che trasportano 1,2 miliardi di passeggeri. Ogni due secondi, cioè, in qualche parte del mondo si stacca da terra un aereo di linea. A questi vanno aggiunti i voli militari (che dichiarano solo le ore di volo) e quelli effettuati con aerei privati. A fonte di questi numeri, quanti sono gli incidenti di rilievo?
  • OSSERVARE IL COMPORTAMENTO DELL’EQUIPAGGIO: in situazioni difficili (turbolenze, vuoti d’aria, decollo e atterraggio) osservare il comportamento di hostess e stewart può avere l’effetto di tranquillizzarci. Se persone che quotidianamente volano si mostrano assolutamente tranquille anche di fronte a grossi scossoni, sarà segno che la situazione non è preoccupante e che tutto è sotto controllo.

E per finire, un lungo respiro e… “have a good trip”!