Sembra uno scherzo del destino, ma davvero la crisi economica ha cambiato la nostra forma di amarci e di pensare all’altro. Impegnata in rocambolesche avventure, la Repubblica degli Stagisti, si muove fra amori che combattono contro sfide sempre più grandi.

Come diceva Beppe Severgnini, l’Italia è una Repubblica fondata sullo stage, ed al giorno d’oggi fra giovani in cerca di indipendenza ed adulti che combattono le disparità economica, la crisi ha messo in difficoltà persone di tutti i sessi e di tutte le età.

Trentenni a caccia dell’indipendenza

Generazione 1000 euro, stagisti a oltranza, trentenni che semplicemente sembrano non esistere più; questa è l’immagine che viene tristemente restituita da media e fumetti, come quelli di Zero Calcare. Se una volta i trentenni erano seri, si vestivano bene, erano già sposati con i figli, oggi, tutte queste cose sembrano racconti epici di un’epoca destinata a non tornare. Come spiega il Dott. Matteo Monego

Il confronto con la generazione dei propri genitori è impietoso: loro a 30 anni possedevano di norma una casa di proprietà e vivevano dignitosamente anche con un solo stipendio. Oggi si fa fatica a garantirsi lo stesso tenore di vita, anche lavorando in due. E, spesso, sui media, si sente parlare di un’Italia che non fa più figli….

Sono 6 milioni 964 mila i giovani italiani che vivono ancora con i genitori, come racconta un sondaggio ISTAT. In una condizione del genere, avere una vita di coppia che sfoci in una convivenza è molto difficile, impegnati come si è a saltellare fra lavori precari o lavorando 10 ore al giorno nella speranza di una “carriera” spesso irrealizzabile, data la tipologia di lavoro.

E quelli che non vivono con i genitori spesso sono costretti a traslocare in continuazione dietro ad un lavoro sempre più ramingo. Molte coppie sono costrette a vivere storie a distanza e si trovano a spendere tutti i risparmi per vedersi, sviluppando una tale abilità a captare offerte di voli e treni, che il fiuto di un cane da tartufo a confronto è niente. Dott. Monego:

Ne emerge una generazione spesso frustrata dall’impossibilità di inseguire quel mandato familiare (lavoro fisso, matrimonio, casa, figli) che in queste condizioni è quasi impossibile da raggiungere.

Conseguenze: litigi di coppia, che hanno alla base insoddisfazioni lavorative, sfociano in recriminazioni per il mancato sforzo da parte dell’uno o dell’altro di iniziare una convivenza o per il poco tempo da trascorrere insieme. Non si ha mai un lavoro abbastanza retribuito, non finiscono gli stage, non c’è futuro se non si è ingegneri etc…

Adulti stipati come sardine

Anche per chi riesce, fra migliaia di peripezie, a guadagnare l’agognata indipendenza, la vita non è facile. Se per sposarsi si possono cercare soluzioni creative e low cost o semplicemente riunire gli amici attorno a un tavolo, complicato diventa essere così fantasiosi quando si parla di acquistare una casa o fare dei figli. Spiega il nostro psicologo:

Per quanto si possa essere bravi ad arrangiarsi, andare in banca a chiedere un mutuo senza un sostanzioso anticipo è quasi impossibile, almeno quanto i pannolini e le scuole per i figli non si pagano con la buona volontà.

Così chi può si fa aiutare dai nonni: ecco che vecchi appartamenti vengono suddivisi, le convivenze vengono forzate, i nonni si trasformano in babysitter senza giorni di ferie…

Sebbene gli anziani si rivelino una grande risorsa, sperimentare una vicinanza tale può portare a conflitti sull’educazione dei figli, intromissioni e mancanza d’intimità nella coppia.

I coniugi sperimentano litigi continui, rapporti difficili da gestire con i suoceri e continui sacrifici economici, privati spesso anche della possibilità di coccolare il partner con un piccolo regalino o una coccola; per non parlare della perduta libertà sessuale

E con il tempo ci si allontana sempre di più, ci si perde cercando di far fronte a tutti gli impegni. La mancanza di comunicazione è forse il problema principale delle coppie che si tratta in terapia di coppia: non ci si capisce più, si parlano due lingue diverse, manca intimità sessuale. E spesso la sensazione che riportano le coppie è quella di essersi svegliati da un lungo sonno in cui tutto procedeva bene e aver scoperto all’improvviso di convivere con un estraneo.
Anziani che non possono godersi la loro vecchiaia

Se una volta la pensione rappresentava il tanto desiderato traguardo di una vita di sacrifici e la fine del lavoro portava al riposo, viaggi con la parrocchia e possibilità di non preoccuparsi più dei figli, oggi i nonni sono costretti a far fronte a necessità di famiglie che da sole non riuscirebbero a sopravvivere.

I nonni, che generazioni fa si occupavano dei nipoti vivendo immersi nella famiglia, oggi si trovano spesso costretti ad usare parte dei risparmi per aiutare i propri figli, a correre per la città per accompagnare o riprendere i propri nipoti, a rinunciare ad una vecchiaia libera e spensierata.

Molti coniugi si trovano a litigare in età avanzata perché il figlio separato o comunque in difficoltà economiche vive sul loro divano o nella sua vecchia stanza, fra le pressioni dell’eterna mamma italiana che vuole coccolarlo e l’insofferenza del papà che vorrebbe potersi vedere la partita in santa pace. Immaginate due vecchietti che non hanno litigato per 50 anni di matrimonio, iniziare ad avere contrasti per colpa della prole un po’ troppo cresciuta. Come ricorda il Dott. Monego:

è il tema trattato in maniera molto divertente da una commedia francese del 2001, Tanguy, in cui due genitori over 50 fanno di tutto per costringere il figlio ad abbandonare la loro casa ormai esasperati dalla convivenza forzata.
Ma poi è tutto così negativo?

Se è vero che amarsi è diventato più difficile è vero anche che i rapporti sperimentano una nuova solidarietà.La mancanza del lavoro di uno o dell’altro partner porta a sostenersi maggiormente, sia materialmente che moralmente. Si sperimenta maggiore tolleranza ai sacrifici per il bene della famiglia, ci si rende più disponibili a spostarsi per amore dell’altro, anche se questo significa dover sperimentare situazioni di momentaneo disagio abitativo, rinchiusi in sistemazioni transitorie e appartamenti pericolanti in attesa di un futuro migliore; soprattutto si diventa più solidali con il partner di cui si condividono le paure sul futuro e più tolleranti con gli anziani.

Se si riesce ad essere tanto solidi da superare le difficoltà quotidiane la ricompensa è la riscoperta di una dimensione più profonda e spirituale dell’amore e della vita, svincolata da modelli “consumistici” in cui la componente pragmatica e materialistica finisce talvolta per soffocare la sfera dei sentimenti e delle emozioni.